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Oscar Arnulfo Romero: la conversione

Testimone del Vangelo

Romero è nato (veramente) il 12 marzo 1977, quando aveva 60 anni ed era vescovo da 7. Davanti ai corpi di p. Rutilio Grande, Manuel Solorzano e Nelson Rutilio Lemus è successo qualcosa che possiamo solo immaginare. L’uomo prudente, un po’ pauroso, diventa voce e speranza degli ultimiNon più equidistante, ma schierato. Esce dal cenacolo per “gridare dai tetti” le atrocità del regime e per denunciare la condizione di oppressione dei contadini. Si converte, comincia a vivere il Vangelo, e quindi a fare politica, nel senso di opzione e di impegno in favore di chi soffre e non di sostegno a partiti o ideologie. “Con monsignor Romero, Dio ha visitato il Salvador» affermerà Ignacio Ellacuria, dopo il suo omicidio. Romero è rimasto da solo, cioè, da solo con il popolo, senza la gerarchia (locale e centrale). Occorrerebbe conoscere la sua amarezza per come è stato accolto da Giovanni Paolo II. Il suo ministero profetico è durato appena 3 anni, eppure, sopravvive, come lui stesso anticipava: “Se mi uccideranno, risusciterò nel popolo salvadoregno”. Papa Francesco ha sbloccato la sua causa di beatificazione: è stato uno dei suoi primi atti. Successivamente ha affermato: “Il martirio di monsignor Romero non avvenne solo al momento della sua morte; fu un martirio-testimonianza, sofferenza anteriore, persecuzione anteriore, fino alla sua morte. Ma anche posteriore, perché una volta morto — io ero un giovane sacerdote e ne sono stato testimone — fu diffamato, calunniato, infangato, ossia il suo martirio continuò persino da parte dei suoi fratelli nel sacerdozio e nell'episcopato. Non parlo per sentito dire, ho ascoltato queste cose. Cioè, è bello vederlo anche così: come un uomo che continua a essere martire. Ebbene, credo che ora quasi nessuno osi più farlo. Dopo aver dato la sua vita, continuò a darla lasciandosi colpire da tutte quelle incomprensioni e calunnie. Questo mi dà forza, solo Dio lo sa. Solo Dio conosce le storie delle persone, e quante volte persone che hanno già dato la loro vita o che sono morte continuano a essere lapidate con la pietra più dura che esiste al mondo: la lingua”.(*) Adesso aspettiamo la canonizzazione ufficiale dopo quella già proclamata dal popolo cercando di seguire le sue indicazioni “Così ama la chiesa: muore con i poveri”(**).

(*) Papa Francesco, Discorso al pellegrinaggio da El Salvador, 30/10/2015
(**) O. Romero, Omelia ai funerali di Padre Rutilio Grande, 14/3/1977