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Gershom Scholem. La questione del nulla.

Gocce di acqua su un vetro richiamo il desiderio di ricerca dell'uomo per sottrarsi dal nulla
Introduzione: Fare esperienza di Dio significa anche fare esperienza del proprio nulla. Una conoscenza che di solito si arresta un centimetro prima della disperazione. Se va oltre c’è bisogno di una grazia speciale. Si tratta di guardare il proprio abisso senza esserne inghiottiti. Comprendiamo in tutta la durezza che siamo senza fondamento: cioè non siamo dotati di auto-sussistenza. La nostra vita viene da un Altro e solo Lui può continuare ad alimentarla.


Testo di Gershom Scholem: 

“Se l’anima si spoglia di ogni limitazione dell’essere, e, per dirla con le parole dei mistici, si sprofonda nelle “profondità del nulla”, allora essa si incontra con Dio. Cioè il “nulla” è un nulla colmo di mistica pienezza, anche se esso non può mai essere compreso in alcuna determinazione umana. [...] In altre parole il nulla è la divinità stessa, nel suo aspetto più nascosto. E in effetti molti mistici quando parlano di creazione dal nulla intendono dire che la creazione è accaduta e ha avuto la sua origine in Dio stesso”.
(Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, trad. G. Russo, Il Melangolo, Genova,1986, p.35)