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Migranti col trolley

L’anno scorso 107.529 italiani si sono trasferiti all'estero. Ma adesso è diverso rispetto al dopoguerra: si parte con il trolley, non più con la valigia di cartoneD'altronde se non hai una banca o una trivella può capitare di non trovare lavoro in Italia. Intendiamo lavoro, cioè: “un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società” (art. 4 Cost.) e che preveda una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost) e non le sue parodie. Tipo le telefonate seriali (call center commerciali), gli stage non retribuiti, il precariato e i voucher. Non ci piace il termine migranti (abbiamo la laurea), preferiamo cervelli in fuga. Scappiamo (con l’aereo low cost) da una guerra non convenzionale che uccide senza lasciare cadaveri visibili. Si parte per riprendersi il futuro che ci hanno tolto, ma siamo nati in Italia, solo il bisogno (quasi sempre) ci porta in Inghilterra o in Germania. E se non è una scelta, non possiamo non chiamarla violenza.